ESPRIMERSI: PERCHE’ VINCEREMO IL CANCRO

21Con Virgilio Sacchini – oncologo – Sloan (Rivisitato da iolanda d.) Kettering Cancer Center di New York.

Prof. Virgilio Sacchini, lei ha la cattedra di Chirurgia all’Università di Milano e svolge la sua attività di chirurgo senologo al Memorial Sloan Kattering Cancer Center di New York. In questi giorni esce per Mondadori, il suo libro: “Andrà tutto bene”. Può spiegare perchè un titolo così ottimista?

Perchè i ricercatori sono convinti che vinceremo il cancro.L’abbiamo già vinto per alcune leucemie, molti tumori mammari, la maggior parte di quelli tiroidei, i tumori prostatici e lo vinceremo – speriamo presto – per altri, ora meno poco curabili come il tumore del pancreas, del polmone, del sistema linfatico. Con una modifica del nostro stile di vita sappiamo anche che possiamo diminuire in modo importante il nostro rischio.”

Quali modifiche? “Per esempio non fumare, evitare l’obesità e fare esercizio fisico”.

Sappiamo da dove nasce il tumore? “Ci sono diversi tipi di tumore, una malattia molto eterogenea, con cause assai diverse. Alla base l’inizio è un danno del DNA cellulare che trasforma le cellule specializzate per una specifica funzione, in cellule incontrollabili”.

I tumori sono in aumento? “Si curano di più, ma ne abbiamo di più perchè aumenta l’aspettativa di vita e quindi, probabilisticamente, abbiamo più rischio di danno per il DNA. C’è anche più inquinamento di sostanze cancerogene”.

Qual’ è l’età più a rischio?

Dipende dai tumori ma per i più frequenti, dai 50 anni in avanti”.

Lei ha dedicato la sua vita a curare e fare ricerca, prima all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano e ora al Memorial Sloan Kattering di New York. Ha visto molti progressi?

Molti progressi sono stati fatti, ma non a sufficienza. Ci sono ancora troppe persone che muoiono per questa malattia e questo è frustrante per noi che ci siamo impegnati. Ci sono percorsi che purtroppo non hanno portato ai risultati desiderati e altri che ci hanno permesso di salvare molti pazienti. Abbiamo bisogno di predire meglio le ricerche che avranno successo.”

Certe malattie,come l’ipertensione o il diabete, sono croniche e farmacologicamente tenute sotto controllo: per il cancro non è così?“Per alcuni siamo riusciti ad ottenere lo stesso risultato, come i tumori mammari, del colon e del sistema linfatico, per altri tentiamo di farlo.”

E il libro “Andrà tutto bene”?

Per curare i pazienti dobbiamo avere coraggio, i pazienti devono avere coraggio per affrontare i trattamenti e i ricercatori devono avere coraggio per vincere la battaglia.

Quando i pazienti vengono da lei hanno paura?

Si perchè la diagnosi di tumore è devastante, il paziente deve sentire nel medico un alleato che combatterà con lui per la guarigione.”

La domanda più frequente è “quanto mi resta da vivere”? “Ben poco se non sta attento ad attraversare la strada. La vta è fatta da rischi, uno di questo è la diagnosi del tumore.”

Lei che vive a cavallo tra vita e morte riesce ad avere una vita normale? “Non le nascondo che qualche notte non dormo, pensando ai miei pazienti, perchè, contrariamente a quanto si dice, non si crea mai una corazzo. Ma io sono ottimista perchè vedo risultati”.

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